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FORMAZIONE:
Shabaka Hutchings, sax tenore / Mthunzi Mvubu, sax alto / Siyabonga Mthembu, voce / Ariel Zomonsky, basso / Tumi Mogorosi, batteria / Gontse Makhene, percussioni

Shabaka Hutchings, sassofonista e compositore della scena jazz londinese, nel 2016 registra insieme alla band di musicisti sudafricani The Ancestrors l’album “Wisdom of Elders”. Le composizioni dell’opera sono articolate e spesso sviluppano i temi in modo libero, creando una sorta di “afro-futurismo”, Shabaka non è solo un sassofonista, e gli Ancestors non sono soltanto la sua band, tutti i componenti sono gli agitatori principali di una scena che parte dalla tradizione e arriva diritta ai giorni nostri. Sulla gloriosa parabola del jazz sudafricano si potrebbe scrivere un’enciclopedia, anche solo per smentire le teorie che vogliono catalogare il genere come puramente americano, almeno sino agli anni ’60. A Città del Capo e Johannesburg, infatti, si parlava di ministrel show addirittura nella seconda metà dell’800 e già negli anni ’30 e ’40 era giunta a maturazione una scuola locale dotata di una certa personalità. Il trentaduenne londinese Shabaka Hutchings conosce piuttosto bene queste vicende e, ancora meglio, la conoscono il trombettista sudafricano Manda Mlangeni e i suoi Ancestors, una band che mostra per l’ennesima volta come il jazz stia cercando e trovando, con una certa naturalezza, nuove forme di espressione. Non è sbagliato pensare che molte fra le novità più significative stiano sbocciando in un contesto oramai estremamente fluido, e sempre più orientato verso un’estetica globale. Le composizioni del gruppo sono articolate e spesso eludono le consuete dinamiche, sviluppando i temi in modo libero, tanto nei solo quanto nei numerosi passaggi all’unisono. In più luoghi, si avverte l’eco della kwela, musica da strada per flautini e strumenti a fiato, squillante dal vivido impatto melodico, che qui viene rielaborata in un discorso di grande complessità.

Evento concluso.

Evento concluso.