Spettacolo di jazz/teatro con drammaturgia di Valerio Marchi
Nicoletta Oscuro e Valerio Marchi, narrazione Francesco Bearzatti, sax tenore Gianpaolo Rinaldi, pianoforte Luca Colussi, batteria
Un volonteroso ma poco spigliato sassofonista del North Carolina, nonostante qualche notevole progresso tecnico e qualche discreto successo, sprofonda ben presto negli abissi della droga, dell’alcol e della mancanza di senso di ogni cosa. Poi una svolta repentina, covata tuttavia da lungo tempo, lo proietta verso nuove dimensioni musicali e territori inesplorati dell’anima.
Giunto alla fama con ampio ritardo rispetto ad altri suoi anche meno dotati coetanei, quel jazzista, prima di morire a soli quarant’anni, regala fino al 1967 un decennio di musica straordinaria e un incessante dialogo fra carnalità e spirito, disperazione e beatitudine, finito e infinito, terra e cielo… in poche parole, fra l’umano e lo spirituale, per cogliere attraverso la sua arte l’Amore Supremo, il respiro e l’armonia dell’universo.
Lo spettacolo si avvale di retroproiezioni iconografiche che contestualizzano e agevolano la lettura storica e umana delle vicende narrate dalle due voci di Nicoletta Oscuro e Valerio Marchi che si alternano ai brani più significativi del repertorio di Coltrane, interpretati magistralmente da Francesco Bearzatti, musicista friulano di livello europeo e massimo interprete coltraniano in Italia, e dal suo superlativo trio.
Francesco Bearzatti è un musicista italiano eclettico, appassionato di parole e innovazioni, con radici nel Friuli. Inizia con il rock e il punk, per poi diplomarsi in clarinetto e approfondire il jazz a New York. Dopo varie esperienze nel pop, nella musica elettronica e nei locali, si orienta verso un jazz contaminato da folk, klezmer e musica indiana. Lavora con importanti artisti come Valery Ponomarev, Aldo Romano, Emmanuel Bex e Enrico Rava. Raggiunge il successo con progetti come “Tinissima”, “Monknroll” e “Zorro”, tutti apprezzati a livello internazionale. Riceve numerosi premi, tra cui “Strumentista dell’anno” e “Miglior musicista europeo”. Dal 2019 collabora con la Special Edition di Rava. Nel 2021 omaggia Tony Scott e nel 2022 i Led Zeppelin, confermando la sua versatilità e creatività nel panorama jazz contemporaneo.
Valerio Marchi, nato a Roma nel 1960, vive in Friuli dal 1968. Laureato sia in Giurisprudenza sia in Storia all’Università di Trieste, ha conseguito il Dottorato in Storia all’Università di Udine ed è stato nominato tre volte Cultore della materia (Storia della Chiesa, Storia dell’ebraismo, Storia delle religioni) in entrambi gli Atenei. Insegna Storia e Filosofia al Liceo scientifico “Giovanni Marinelli” di Udine. Ha pubblicato dieci libri e numerosi saggi e articoli di argomento storico (con particolare attenzione alla storia delle presenze ebraiche in Friuli) e sette sillogi poetiche. Si occupa anche di studi biblici, collabora con le pagine culturali del Messaggero Veneto e da qualche anno scrive testi teatrali e organizza spettacoli, salendo anche sul palco. Ultimamente ha curato due racconti sceneggiati per Radio Rai del Fvg. Nella collana Teatro&Musica di Kappa Vu ha pubblicato John Coltrane. Un amore supremo. Musica tra terra e cielo.